Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l'anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika.
Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio. Ma tutto questo a Eli non interessa: lo attira solo il corpo di quella ragazza e già sul treno, affollato di una moltitudine randagia, inizia a insidiarla in un gioco cinico e crudele. Un romanzo dai risvolti inattesi, che. racconta come si possa tornare dalla morte alla vita. E come, a volte, il cammino per ritrovare la speranza possa seguire trame imprevedibili?
Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea.Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen? Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio, approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l'omonimo film. Nelle sue opere ha reso testimonianza dell'evento nero del xx secolo. Ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue.